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Due laureati UPCT, candidati al premio internazionale per la “architettura per giovani talenti della Fondazione Mies van der Rohe”

01-05-2020
Due laureati UPCT, candidati al premio internazionale per la “architettura per giovani talenti della Fondazione Mies van der Rohe”

I rifugi per gli aiuti umanitari stampati in 3D per le emergenze e la costruzione di una rete di comunità, come nuovi modelli di habitat, sono i progetti finali della carriera degli architetti UPCT, Victor Martínez Pacheco e Francis Almonte. Entrambi sono stati nominati per il premio internazionale della Fondazione Mies van der Rohe per l´architettura dei giovani talenti.

"Sono molto contento della nomina, è un passo verso l´approvazione di questo tipo di modello di aiuto umanitario", ha dichiarato l´architetto Víctor Martínez Pacheco. In particolare, il suo progetto consiste in un´indagine sull´architettura delle catastrofi, sulla caratterizzazione del comportamento strutturale dei pezzi stampati in 3D, sullo sviluppo di un sistema di costruzione, sull´applicazione nella progettazione di un campo profughi e di una scuola nella Repubblica centrafricana.

Attualmente, Martínez Pacheco ha aperto uno studio di architettura a Murcia ( Martinez Pacheco Arquitectura), dedicato all´architettura sostenibile. Inoltre, durante la crisi sanitaria causata dal coronavirus, ha partecipato insieme al gruppo regionale CV19-FAB-MURCIA al progetto AIRE (Aiuto innovativo per la creazione di respiratori), stampando materiale protettivo con la sua stampante 3D.

Francis Almonte, lavora nello studio di architettura del professore UPCT Juan Pedro Sanz, è anch’egli esprime il suo orgoglio per questa nomina. Confida che: "Molti progetti sono stati presentati ed è una gioia sapere che hanno selezionato il mio, speriamo che raggiunga la fase finale".

Nel suo progetto, Almonte studia nuovi modelli di vita, inserendo  l´architettura come un catalizzatore di benessere per la società. Si intende proprre una complessa rete di comunità, che rafforza e gestisce le relazioni e la coesistenza intergenerazionale, in cui giovani e anziani coesistono in case indipendenti ma condividendo servizi comuni. La trasformazione dei modi di vivere rappresenta una nuova sfida per il progetto architettonico.